I calanchi e le biancane di Leonina (Asciano)

Per chi ama il trekking, propongo un facile anello nella valle del fosso Biena.

Il paesaggio in questa zona delle Crete senesi è fatto di grandi spazi che in ogni stagione mutano di colore: verdi in primavera, diventano color oro in estate, grigio striato dalle bruciature delle stoppie in autunno e grigio scuro uniforme in inverno quando la natura è ferma.



La strada delle Biancane parte da Leonina e arriva fino al podere Fiorentine. Si chiama cosi perchè attraversa i cosiddetti “mammelloni”, piccole colline rotondeggianti di creta che in estate sotto il sole diventano di un colore bianco abbagliante.
Da Siena si raggiunge Arbia dove si prende la statale Luretana verso Asciano. Poco oltre il ponte sulla Biena si trova a sinistra il bivio per Leonina. Entrati sulla sterrata si parcheggia l' auto nello spiazzo sulla destra e ci si incammina per la strada bianca costeggiata da cipressi verso il castello di Leonina.

Il complesso architettonico in laterizi si articola nel suo insieme con una planimetria quadrangolare, cinta da cortina muraria lungo il lato occidentale e lungo il lato settentrionale dove al centro di apre il portale d'ingresso in conci di travertino con arco tondo. Ad ogni angolo si elevano torrette di guardia a sezione quadrata con basi a scarpa: quella nord-orientale si presenta più robusta ed alta delle altre tre.


La chiesa e il castello di Leonina si innalzano in una delle zone senesi più singolari sotto il profilo geologico: non solo si susseguono spogli calanchi, ma nella zona si innalzano cupole biancastre create dall' erosione idrica sulle fragili rocce argillose.

Continuando oltre la strada sterrata, il panorama si apre fino a scorgere verso est Mucigliani sulla vetta di un colle e verso ovest il laghetto nella valletta sottostante.



Proseguendo sul crinale si arriva a una sbarra, deviando verso destra si può raggiungere il Site Transitoire, monumento in pietra, collocato al bivio di tre stradine di campagna, realizzato da Jean Paul Philippe nel 1993 con diversi elementi in dialogo tra loro e la natura: una sedia per accogliere il passante, una finestra orientata per ricevere l’ultimo raggio di sole del tramonto del solstizio d’estate, un labirinto.
Ritornando sulla via principale si compie un ampio semicerchio sul crinale che chiude la valletta del Borro Biena e si inizia a costeggire la sponda nord del laghetto passando tra le grige forme erosive.
Una breve deviazione ci porta sulle rive dell'invaso, ottimo punto di sosta.
Si inizia quindi il ritorno nell' aperta pianura coltivata del Borro Biena alla base degli spettacolari Calanchi di Leonina. Quest'ultima parte del percorso offre ottimi spunti paesaggistici sulle mille forme erosive e, in alto, sull' abitato di Leonina.
L’ itinerario è facile con un dislivello di circa 100 metri e richiede circa due ore di cammino. Da sconsigliare in caso di pioggia o dopo che è piovuto, vista la creta presente sulla strada



Riferimenti bibliografici:
www.fotoincammino.it
Pezzani - Grillo -  A piedi in Toscana vol.3  -   Guide Iter
 

 




Commenti

  1. Interessante e ben strutturato l'articolo, bellissime le foto con i colori caratteristici del luogo e lo splendido cielo con le nuvole bianche:

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