La fortezza di Poggio Imperiale venne
costruita su progetto di Giuliano da Sangallo tra il 1488 e il 1511 e
costituisce la realizzazione più importante tra quelle previste da Lorenzo il
Magnifico per il rafforzamento delle difese territoriali a seguito di episodi
bellici che avevano visto nel 1478 tutta la zona sud del dominio fiorentino
saccheggiata dalle truppe aragonesi.
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La fortezza nel lato meridionale |
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Il progetto di realizzare una città
sul colle di Poggio Imperiale non era nuovo; nel luogo prescelto per la
realizzazione dell'opera infatti sorgeva l'antica città di Poggiobonizio,
potente feudo dei Conti Guidi conquistato e raso la suolo dai fiorentini nel
1270. Sempre nella medesima area l'imperatore Arrigo VII nel 1313 voleva
fondare la città di Monte Imperiale (progetto abortito per la morte
dell'imperatore), invece della città rimase il nome Imperiale al colle
dominate Poggibonsi.
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Panorama su Poggibonsi |
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Panorama verso il castello di Strozzavolpe e la torre di Luco |
Sul colle non si volle solo
realizzare una fortissima postazione militare ma una nuova città, da costruire
secondo i canoni rinascimentali della città ideale, con una cittadella
fortificata ed un perimetro murario esterno. L'opera di Giuliano da Sangallo
rimase però incompiuta; molteplici furono le cause, ma soprattutto influirono
sia la morte di Lorenzo il Magnifico nel 1492, sia l'evoluzione che ebbe il conflitto
militare tra Firenze e Siena che fece perdere importanza al possesso del luogo.
Grazie a queste cause l'opera rimase ad uno stato embrionale e non essendo
stata contaminata da aggiunte successive è arrivata ad oggi sostanzialmente
identica al progetto originario.
Il complesso è costituito da un giro
di mura che cingono quasi per intero la collina, ad eccezione del lato nord e
venne realizzata per metà rispetto al progetto originario. La struttura non ha
un modello geometrico ben preciso ma si limita a seguire la conformazione del
terreno e si estende per circa un chilometro.
Le mura sono realizzate con mattoni
ad eccezioni degli angoli dove è stata usata della pietra e presentano nella parte poggiante sul
terreno un' intercapedine all'interno della quale venne realizzata una galleria
che serviva per ascoltare eventuali minamenti da parte dei nemici.
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Bastione d'angolo in cui sono evidenti i diversi materiali costruttivi e le feritoie della galleria interna, alcune originali, altre sostituite nel restauro |
L'ingresso alle fortificazioni
avviene attraverso la Porta San Francesco situata
ad occidente e rivolta verso il convento
di San Lucchese; la porta ingloba nella
sua struttura una torre più antica, testimonianza della cinta muraria di
Poggiobonizio. Si tratta di una torre a pianta a quadrata e di cui ora sono
visibili tre lati, il quarto è inglobato nella cinta muraria. La torre risale
alla seconda metà del XIII secolo e venne realizzata per difendere l'antico
borgo dei conti Guidi. Venne salvata da Giuliano da Sangallo che la inserì nel
circuito murato e venne utilizzata come bastione di difesa della Porta San
Francesco. Questa porta, realizzata interamente in pietra, è l'unica a
essere stata completata; dotata di un doppio ingresso, uno per l'esterno e uno
per l'interno collegati da una via di passaggio coperta con una volta a botte,
doveva presentare un ponte levatoio.
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La Porta San Francesco |
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La torre del XIII secolo e il convento di San Lucchese |
Della cinta muraria fanno parte
altre tre grandi porte: Porta del Giglio situata sul lato nord-ovest la più
rovinata, Porta di Calcinaia collocata sul lato sud- est, quello rivolto
verso Siena e Porta della Fonte: l'apertura che permetteva di raggiungere la
fonte delle Fate.
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Porta del Giglio |
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Porta Calcinaia |
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Porta delle Fate |
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Fonte delle Fate |
Oltre a queste quattro porte il circuito
murario presenta un'altra apertura: Porta Piccola di dimensioni minori rispetto
alle altre tre collocata a metà strada tra porta del Giglio e porta della
Fonte, probabilmente si trattava di un'apertura da usare in caso di emergenza. La voragine che si può vedere al di sopra della porta non è dovuta all' incuria, ma ad una bomba sganciata durante la Seconda Guerra Mondiale.
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Porta Piccola |
Sul lato nord-est della
collina si trova il Cassero: un'imponente opera di fortificazione a pianta
pentagonale, inseribile in un rettangolo dotato ai quattro vertici di bastioni,
che riprende la forma antropomorfa teorizzata da Francesco di Giorgio Martini
per la "città ideale". La sua costruzione (1498-1513) prese avvio con
l'edificazione del fronte bastionato, dotato di un'unica porta d'ingresso e di
due torrioni laterali. Dalla porta si accede attraverso un lungo corridoio alla sala d'armi e ad una vasta area a cielo aperto:
la piazza d'armi, luogo dove si svolgono numerosi eventi e manifestazioni.
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L'ingresso del Cassero |
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Le mura laterali del Cassero |
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Il mastio e la piazza d'armi |
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La piccola porta sul lato est che probabilmente permetteva l'accesso alla piazza d'armi |
L'intera struttura della Fortezza è stata restaurata alla fine del XX secolo. Fino a poco prima dei
restauri i campi all'interno e lungo le mura erano usati per le coltivazioni.
All’ inizio dei restauri e
nell’ occasione della riapertura del Cassero, nel 1999 Daniel Buren ha
installato 180 bandiere colorate con i colori dell'arcobaleno lungo il
perimetro del Cassero.
Nel 2015 è stato anche
inaugurato un percorso lungo le mura della Fortezza sia all’ interno che all’
esterno.
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Le mura della Fortezza negli anni '80 |
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Il lato meridionale agli inizi del restauro |
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Il Cassero con l'installazione di Buren |
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Parte del percorso allestito all'interno delle mura |
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