L'antico
castello di Brolio, uno dei primi esempi in Italia di fortezza bastionata, è
forse la più importante opera fortificata del Chianti. Maniero celebre anche
per essere stato dimora del "barone di ferro" Bettino Ricasoli, che
del vino Chianti fu l'ideatore, si erge su un poggio isolato digradante verso
l'Arbia, da cui lo sguardo spazia su un vastissimo panorama. Alla bellezza e
grandiosità del complesso, conta infatti quasi 400 stanze, si aggiungono storie
e leggende che ne hanno ancor più accresciuto il fascino. Il suo nome, derivato
dalla voce germanica "brogilo" che significa "una tenuta selvosa
con un recinto ridotto a domestico, e in mezzo a questo il castello per
l'abitazione del suo signore", sembra testimoniare l'esistenza di un
insediamento longobardo n questa zona.
L'imponente
edificio è posizionato sul dorso di un poggio che si stacca da uno sprone
occidentale dei monti del Chianti alto fra Monte Fienali e Monte Luco
Berardenga, fiancheggiato dai torrenti Malena e Dudda tributari dell'Arbia.
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Veduta del castello da una delle colline circostanti |
Vi si
arriva passando per un viale di cipressi immerso in un magnifico parco.
Intorno
al cassero si sviluppano le poderose mura di cinta quattrocentesche, a forma di
pentagono irregolare, sorrette da bastioni di altezza variabile tra i 14 e i 16
metri e il cui perimetro sfiora il mezzo chilometro.
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Le mura di cinta |
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Il castello dal vigneto col viale di cipressi |
Nei
bastioni e lungo le mura si aprono, in alto e in basso, le feritoie per le
artiglierie, dove si appostavano gli arcieri poi soppiantati dagli
archibugieri, ed è ancora praticabile uno dei passaggi sotterranei di
collegamento. Di qui, come dall'alto degli altri cinque torrioni agli angoli,
si domina uno straordinario panorama che va dall'Amiata ai monti di Volterra
con al centro la valle dell'Arbia e Siena.
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Panorama dal castello verso Siena |
Di
Brolio, definito per la sua posizione "sentinella avanzata a guardia del
Chianti" e a difesa della sua "Lega", si hanno notizie dal 1141
e tutta la sua storia è legata alle vicende della famiglia Ricasoli, anche se
originariamente era di proprietà dei monaci vallombrosani. Nel 1176 il maniero
fu ceduto dai Senesi ai Fiorentini e da allora fu al centro delle continue lotte
fra le due repubbliche.
Il
castello rimase per lungo tempo nemico di Siena e avamposto di Firenze in terra
nemica, tanto è vero che anticamente si diceva "quando Brolio vuol
broliare tutta Siena fa tremare". Ricostruito nel 1564 con muraglie e
torri, il castello non fu più al centro di guerre e scontri e divenne villa
padronale e fattoria.
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La tenuta attorno al castello |
Nel
1835 il barone Bettino Ricasoli incaricò l'architetto Pietro Marchetti di
modificare il castello secondo il gusto del revival gotico, movimento romantico
originato in Inghilterra.
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Il palazzo neogotico e i bastioni |
Subì
però nuovamente un "assalto di guerra" nel corso dell'ultimo
conflitto mondiale quando, occupato dai tedeschi per l'eccezionale posizione
strategica, fu investito per dodici giorni dagli attacchi delle formazioni
alleate e sottoposto ad un intenso martellamento di colpi di artiglieria e di bombe aeree.
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Il castello visto da Cacchiano |
La
poderosa struttura fortificata resistette, mentre gravi danni furono riportati
dagli edifici che vennero poi restaurati. Brolio conserva ancor oggi intatto il
prestigio del suo passato, unendo i tratti architettonici del Medioevo e
dell'Ottocento toscano.
Il
cassero che risale all'anno mille ed un'ampia sala adiacente ricordano le
antiche origini alto-medievali, mentre la parte più moderna, quella esposta a
sud, è espressione del gusto romantico ottocentesco.
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Il cassero |
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La torre del cassero |
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L'ingresso al cassero |
Il nuovo edificio residenziale in mattoni
voluto dal barone nel 1860 contrasta con la pietra grigia delle mura che lo
racchiudono. Il palazzo baronale, con il suo stile romantico e con il rosso dei
mattoni, fornisce un contrasto affascinante con il verde dei boschi e dei
vigneti.
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Il palazzo neogotico |
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I giardini del palazzo |
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Una delle porte del palazzo con lo stemma della famiglia Ricasoli |
Anche
nella sistemazione del verde di Brolio, così come nell'architettura del
complesso, si distinguono due zone d'epoca diversa: il giardino cinquecentesco
all'italiana, con siepi di bosso e vialetti e il parco romantico ottocentesco.
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Il giardino alla base dei bastioni |
In
questo castello Bettino Ricasoli allestì un archivio ricco di opere e documenti
sui grandi protagonisti del Risorgimento. Nella visita al castello è possibile
vedere la chiesetta di San Jacopo (XIV secolo),
rinnovata nel 1867-1869, ha la facciata a capanna preceduta da una
doppia scala in pietra; la lunetta del portale è ornata da un mosaico
raffigurante il santo titolare. Nella
cripta si trovano le tombe dei membri della famiglia Ricasoli.
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La chiesa di San Jacopo |
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L'interno della chiesa di San Jacopo |
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